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Abbiamo creato un Tour della Puglia in Bicicletta diviso in 7 moduli per darti la possibilità di comporre il tuo viaggio sulla base delle tue esigenze (numero di giorni a tua disposizione, parti della Puglia che intendi visitare, difficoltà dell'itinerario etc etc)

Per ogni modulo puoi scegliere tra tre diversi tipi di pernottamento:
CAMPEGGIO, LOW COST o LUSSO

LEGGI ORA TUTTE LE INFORMAZIONI, SCEGLI UNO O PIU' MODULI E ... PRENOTA!!

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INFORMAZIONI GENERALI

Città di arrivo individuale:
Trani (se scegli i moduli n.:1,2,3,4)


TRANI ( Fonte: Visual Puglia)
Tra i luoghi da visitare merita sicuramente un approfondimento il Castello Svevo. Fatto edificare da Federico II, sorge a breve distanza dalla Cattedrale, in riva al mare, posto strategicamente a vigilare e difendere il porto e il centro abitato. Il Castello presenta una pianta quadrangolare, un vasto cortile centrale e quattro torri angolari a base quadrata.
Il porto e la darsena di Trani sono racchiusi tra il molo di Santa Lucia, banchinato e dotato di anelli di ormeggio, e il molo di Sant’Antonio. La particolare ubicazione, le barche ormeggiate e le luci di segnalazione, oltre alla bellezza del paesaggio circostante, fanno del porto e dei suoi bastioni una meta unica per rilassanti passeggiate.
Tra gli elementi maggiormente caratterizzanti l’area urbana di Trani, si segnala la deliziosa Villa Comunale, situata su un ampio tratto delle antiche mura cittadine. Altro monumento tipico dell’architettura romanica è la chiesa Santa Maria di Colonna, costruita tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo, da Goffredo di Siniscalco nelle vicinanze del centro della città.
Tra le manifestazioni principali si ricordano i festeggiamenti in onore di San Nicola, della durata di quattro giorni tra la fine di luglio e l’inizio di agosto.

Bari  (se scegli i moduli n.: 5,6,7);

Bari è la città di ripartenza ( a fine viaggio) per tutti i moduli

 ModulO n.1 (IL PARCO NAZIONALE DEL GARGANO E LA COSTA)

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LIVELLO DI DIFFICOLTA': medio/alto
LUNGHEZZA TOTALE MODULO: 178 KM CIRCA

Il primo impatto che la Puglia offre a chi vi arriva lungo la Ciclovia Adriatica è certamente quello che prevedibilmente ci si aspetta; un territorio piatto, assolato con paesi insediati su modeste collinette, insomma un paesaggio da Tavoliere.
In verità basta però alzare lo sguardo verso l’orizzonte per notare i rilievi del Gargano verso est e i monti della Daunia verso ovest. Il paesaggio si mantiene tale fino a
Lesina dove, a movimentarlo, irrompe la visione delle acque di un placido lago che accompagna il nostro andare per tutta la sua lunghezza
prima di passare il testimone (chi se lo sarebbe aspettato?!) ad un altro lago ancora: si tratta del lago di Varano che ci fa, col suo istmo fittamente boscato, da preludio a inattesi cambiamenti di paesaggio.
Infatti da Rodi Garganico in poi il Gargano ci dispiega tutto il fascino dei suoi suggestivi panorami fatto di una alternanza continua di lunghi litorali sabbiosi, irte colline boscate e spogli campi carsici sempre, comunque, intrisi di fragranze marine a corona di una ancor più imprevedibile – a queste latitudini – foresta alpina, la Foresta Umbra. Il tutto poi contornato da splendide grotte marine, faraglioni ed isolotti fi n oltre Mattinata, dove all’odore del mare si aggiunge un profumo di sacro che spira dall’alto di Monte S. Angelo, il più importante centro di culto micaelico e, infine, la città di Manfredonia



Proseguiamo entrando in terra brindisina prima attraverso le vestigia della città romana di Egnazia, quindi ricalcando per alcuni chilometri la via Appia Traiana. Dopo Brindisi si percorre la campagna fra la superstrada e il mare passando il limite di provincia presso Torchiarolo. Il sito di Santa Maria di Cerrate ci dà il benvenuto in terra leccese lungo strade secondarie tra ulivi secolari che sembrano
fatte apposta per la bicicletta.
Riconquistiamo il mare presso San Cataldo non mancando la descrizione di varianti che consentono di visitare Lecce. Per questa guida inoltre è considerata prevalentemente la linea costiera adriatica. Diverse aree naturalistiche come i Laghi Alimini, la riserva Le Cesine e i diversi siti del Parco della costa di Otranto-Santa Maria di Leuca e del bosco di Tricase, sono presenti sulla costa.
Altri luoghi di notevole interesse sono oltre l’abbazia di Santa Maria di Cerrate, la città di Otranto e la città di Lecce.
Dal punto di vista ciclistico la rotta costiera è di estremo interesse paesaggistico per la costante vista sul mare. L’asperità della costa tuttavia presenta diversi saliscendi a volte impegnativi mentre per quanto riguarda il traffico vale un po’ il discorso generale dell’andamento stagionale delle presenze e della circolazione che risultano signifi cative nella stagione turistica.
(fonte: Ciclovia Adriatica in Puglia - Ediguida 2013)

MANFREDONIA
Il primo impatto con la città non è dei migliori, in quanto si attraversa la zona industriale con i relitti degli impianti chimici, ricordo di vecchi sprechi piuttosto che di investimenti; poi il lungomare, il castello, i musei e l’antica Siponto ci riconciliano l’animo e ci consentono di godere il bello di questa città. Manfredonia nasce, per volere di re Manfredi, sulle rovine di Siponto
distrutta dal terremoto del 1223.
Come già lo era Siponto, diventa subito centro di primaria importanza per Daunia e Gargano; ruolo conservato nel tempo come testimonia il suo centro urbano, dominato dal castello, ora sede del Museo Nazionale del Gargano e scrigno delle famose stele funerarie daune e dei rinvenimenti dei siti neolitici di Grotta Scaloria e di coppa Nevigata. Non meno importante è il sito archeologico di Sipontum, ora estensione meridionale della città, sempre ambita da Greci, Romani, Normanni e bizantini; ultima testimonianza di tanto splendore è rimasta la chiesa di S. Maria Maggiore con il suo prezioso sarcofago bizantino. Meta obbligata dei pellegrini per Monte S. Angelo che vi giungevano dalla splendida chiesa romanica di S. Leonardo (una volta dotata di abbazia e ospizio) posta al limite del Tavoliere sulla strada per Foggia, Siponto e Manfredonia hanno subito numerose devastazioni a cominciare dai goti fino ai francesi; devastazioni culminate col tragico assalto dei Turchi del 1620 che devasto città e popolazione.
(fonte: Ciclovia Adriatica in Puglia - Ediguida 2013)

IL PARCO NAZIONALE DEL GARGANO
Il promontorio del Gargano, noto anche come lo “Sperone d’Italia”, costituisce da un punto di vista naturalistico un vero è proprio unicum grazie all’enorme varietà di habitat che lo caratterizzano. Il Gargano è, infatti, un’isola biologica circondata per un verso dal mare Adriatico e, per l’altro, dalla pianura del Tavoliere di Puglia.
Un enorme blocco calcareo su cui clima, geologia, fl ora e fauna insieme con l’attività antropica hanno operato in modo tale da favorire connotazioni diversifi cate e peculiari dei vari ambienti, tali da renderne necessaria la tutela con l’istituzione del Parco Nazionale (L. 349/91).
Con una estensione di 117.906 ha, il Parco interessa circa il 50% del territorio dei 18 comuni che ricadono nel suo perimetro e si caratterizza per la sua unicità negli ecosistemi del Mediterraneo evidenziata da:
- 4.000 doline, depressioni carsiche
- 630 grotte
- 2.000 specie vegetali sulle 5.599 della flora italica
- 18 generi con 65 specie e sottospecie di orchidee sulle 100 presenti in Europa
- 170 specie di uccelli nidifi canti sulle 237 italiane
Dei 18 comuni interessati dal Parco, è Vieste - la “Perla del Gargano”
- quello che contribuisce maggiormente alla sua superficie con ben 13.084 ha; e tanto in virtù del fatto che quasi l’80% del suo territorio è caratterizzato, a livello speleologico, dal maggior numero di cavità soprattutto marine e, a livello faunistico, dall’essere il comune più orientale italiano per molte specie, che sono esclusive del promontorio.
(fonte: Ciclovia Adriatica in Puglia - Ediguida 2013)

ISOLE TREMITI
Le isole Trèmiti (o Diomedèe, dal greco Diomèdee, Διομήδεες) sono un arcipelago del mare Adriatico, sito 12 miglia nautiche a nord del promontorio del Gargano e 24 a est della costa Molisana e da Termoli.

Amministrativamente, l'arcipelago costituisce il comune italiano di Isole Tremiti di 455 abitanti della provincia di Foggia in Puglia.

Il comune fa parte del Parco Nazionale del Gargano. Dal 1989 una porzione del suo territorio costituisce la Riserva naturale marina Isole Tremiti.

Pur essendo il più piccolo e il secondo meno popoloso comune della Puglia (con meno abitanti vi è solo Celle di San Vito), è uno dei centri turistici più importanti dell'intera regione. Per la qualità delle sue acque di balneazione è stato più volte insignito della Bandiera Blu, prestigioso riconoscimento della Foundation for Environmental Education.

L'arcipelago è composto dalle isole di:

  • San Nicola, sede comunale, dove si trovano i principali monumenti dell'arcipelago.
  • San Domino, la più grande e la più abitata, sulla quale sono insediate le principali strutture turistiche grazie alla presenza dell'unica spiaggia sabbiosa dell'arcipelago (Cala delle Arene).
  • Capraia (detta anche Caprara o Capperaia), la seconda per grandezza, disabitata.
  • Pianosa, un pianoro roccioso anch'esso completamente disabitato e distante una ventina di chilometri dalle altre isole.
  • Il Cretaccio, un grande scoglio argilloso a breve distanza da San Domino e San Nicola.
  • La Vecchia, uno scoglio più piccolo del Cretaccio e prossimo a questo.


PROGRAMMA

1. GIORNO
Raggiungerete il Comune di Poggio Imperiale (FROM TRANI, by train)  se scegliere di pedalare l'itinerario costiero un' ardua ma bellissima strada a bordo mare del promontorio diGargano
Poggio Imperiale - Rodi Garganico.
LUNGHEZZA: 59 KM CIRCA
variante “selvaggia” :  passaggio sulla duna a nord di Lesina in un paesaggio magico quasi caraibico. Questo passaggio è diffi -
cile per la assenza totale di servizi per il fondo stradale anche sabbioso, ma pedalare ad esempio sulla battigia fino a foce Schiapparo ripaga della fatica.

Pernottamento in Rodi Garganico: B&B 

2. GIORNO
Rodi Garganico - Vieste
LUNGHEZZA: 37 KM CIRCA

(Variante: Escursione giornaliera alle Isole Tremiti, con possibilità di pernottamento sulle isole o di ritorno a Rodi a fine giornata)
Pernottamento in Vieste:  B&B 

3. GIORNO
Vieste - Mattinata
LUNGHEZZA: 48 KM CIRCA
Pernottamento in Mattinata

4. GIORNO

Mattinata - Manfredonia
LUNGHEZZA: 33 KM CIRCA
Pernottamento in Manfredonia
(variante: Vieste - Monte Sant Angelo. Pernottamento in Monte Sant Angelo )


Modulo n.2  (sub appennino dauno)

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LIVELLO DI DIFFICOLTA': Alto
LUNGHEZZA TOTALE MODULO: 196 KM CIRCA

Il Subappennino Dauno (noto anche con i toponimi Monti Dauni o Monti della Daunia, la mundàgne o u Appenníne in foggiano e barese) è una catena montuosa che costituisce il prolungamento orientale dell'Appennino sannita. Essa occupa la parte occidentale della Capitanata e corre lungo il confine della Puglia con il Molise e la Campania.

Il Subappennino Dauno è delimitatato a nord dalla valle del Fortore, a est dal Tavoliere delle Puglie, a ovest dallo spartiacque appenninico e a sud dall'alta valle dall'Ofanto. Dalla catena, formata da terreni argillosi, scende a pettine una serie di brevi corsi d'acqua, che attraversano poi il Tavoliere delle Puglie e tributano nel mare Adriatico. Deriva il suo nome dall'antica popolazione dei dauni.
La vetta più alta è il Monte Cornacchia, (1,152 m).

Il Subappennino Dauno  include 21 comuni, tutti in Provincia di Foggia.

PROGRAMMA
1.GIORNO
Foggia - Troia
LUNGHEZZA: 22 KM CIRCA

La cittadina ha antichissima fondazione. Secondo la leggenda, fu fondata nel XII-XI secolo a.C. al tempo dell'eroe greco Diomede che, insieme ad Ulisse, conquistò la città di Troia dell'Asia Minore.

I ritrovamenti denotano che il centro fu fondato in epoca anteriore alle guerre puniche. Prima di essere colonizzata dai Romani, la città era conosciuta come Aika, successivamente latinizzato in Aecae, ed ebbe un forte sviluppo socio-economico con Herdonia (l'attuale Ordona), Ausculum (Ascoli Satriano), Arpi (Foggia), Teanum Apulum (San Paolo di Civitate).

Il borgo attuale nasce nel 1019. Assediata dai Saraceni[senza fonte] e poi trasformata in roccaforte dai bizantini, la città fu soggetta a numerosi assedi: da quello di Enrico II, a quello dell'imperatore Federico II di Svevia. Nel 1093, Urbano II, il Papa delle crociate tenne il primo concilio di Troja, cui seguirono altri tre, rispettivamente nel 1115 (papa Pasquale II), nel 1120 (papa Callisto II) e nel 1127 (papa Onorio II).

La cittadina custodisce numerosi tesori artistici che ne fanno uno dei più affascinanti borghi medioevali di tutta l'Italia meridionale. Tra tutti, la splendida concattedrale (anno di fondazione 1093) tra le più belle chiese in stile romanico pugliese, con il suo rosone ad undici raggi, l'unico al mondo. Rosone che era presente nel verso, nell'angolo superiore destro, delle vecchie banconote da 5.000 lire (4ª serie con l'effigie di Antonello da Messina).Ivi inoltre,possono ammirarsi le opere del noto artista contemporaneo Leo Tafazzi, site nella stupenda piazza di San Secondino. Della tre opere citiamo la magnifica "nascita di Nettuno" opera in cui l'artista cita il suo grande maestro Botticelli.

Architetture religiose
:
  •   -  Concattedrale: splendido esempio di romanico pugliese con influssi pisano-bizantini e musulmani, dell'XI secolo e terminata nel XIII secolo;
  •    - Basilica di San Basilio (XI secolo);
  •   -  Chiesa di San Francesco: esempio di arte barocca;
  •   -  Santuario della Madonna Mediatrice;
  •  -   Chiesa dell'Addolorata.
  •   -  Chiesa di S.Giovanni di Dio.
  •    - Chiesa di "S.Vincenzo" La più antica risalente al X secolo.
  •   -  Chiesa di S.Giovanni al Mercato.
  •   -  Chiesa di "S.Andrea in S.Anna".
  •   -  Chiesa di "S.Secondino" di recente costruzione.
Architetture civili:
  •     - Palazzo dei principi D'Avalos;
  •    - Palazzo Varo;
  •    - Palazzo Siliceo;
  •    - Palazzo Vescovile;
  •    - Palazzo Gesuiti (XVI secolo).


Pernottamento in Lucera 

2. GIORNO
Troia - Orsara di Puglia - Sant Agata di Puglia
LUNGHEZZA:
46 KM CIRCA
Pernottamento in Sant Agata di Puglia

3. GIORNO
Sant Agata di Puglia - Lavello
LUNGHEZZA: 45 KM CIRCA
Pernottamento in Lavello

4. GIORNO

Lavello - Minervino Murge - Castel del Monte
LUNGHEZZA: 53 KM CIRCA
Castel del Monte, affascinante e mistico esempio del regno di Federico II, immerso nella selvaggia natura del Parco Nazionale dell'Alta Murgia.
Pernottamento in Castel del Monte

4. GIORNO
Castel del Monte -  Trani

LUNGHEZZA: 30 KM CIRCA
Pernottamento in Trani


Modulo n.3  (la costa a nord e a sud di bari)

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LIVELLO DI DIFFICOLTA': Facile
LUNGHEZZA TOTALE MODULO:
138 KM CIRCA

Da Manfredonia, scrigno di preziose testimonianze daune, federiciane e paleocristiane, riprendiamo il nostro andare in piano che ci accompagnrà in un paesaggio nuovamente da Tavoliere, passando prima nella zona
umida delle casse di colmata del Candelaro poi a sud del bacino delle imponenti saline di Margherita di Savoia, fino alle porte di Trinitapoli, dove converrà sostare per visitarne gli interessanti ed ancora misteriosi ipogei, ad un tempo sito funerario ed astronomico.
Chi non volesse sobbarcarsi le fatiche di questo percorso della ciclovia Adriatica, potrà seguire la variante Candelaro che, partendo da Lesina, attraversa tutto il Tavoliere per Saline di Margherita di Savoia ricongiungersi al percorso principale dopo Manfredonia.
Approdati ormai nella provincia di Barletta Andria Trani conosciuta anche come BAT, ci lasciamo alle spalle Trinitapoli per puntare in direzione dell’Ofanto passando però per la ciclabile delle saline e per Margherita di Savoia e quindi verso Barletta.
Di qui in avanti tutto il percorso si svilupperà, tranne brevi digressioni, lungo la SS16 ed i lungomare dei grossi centri rivieraschi del nord e sud barese. Inoltre, mentre il paesaggio era la costante del Gargano, da Barletta in poi l’elemento dominante del panorama sarà l’architettura dei castelli federiciani e delle chiese con una totale immersione nel romanico pugliese lungo il percorso delle Cattedrali sul mare che culminerà nella superba S. Nicola di Bari.
Lungo questo percorso, insomma, sarà opportuno sostare più volte per poter apprezzare in pieno non solo gli aspetti architettonici ma anche la valenza storica di città come Barletta e Trani o, almeno, visitare i luoghi simbolici del potere federiciano (Andria e Castel del Monte) e della Magna Grecia (museo Jatta di Ruvo di Puglia).
I più di 30 chilometri del lungomare di Bari ci consentiranno, quindi, di evitare il traffico più caotico offrendoci la visione della città in sequenza come in un film: i porticcioli delle frazioni marine, il quartiere fieristico, il centro storico con la città vecchia, il borgo murattiano ed ancora i borghi costieri di S. Giorgio e Torre a Mare. Si arriva, così, fin quasi alle porte di Mola di Bari con il suo bel lungomare, recentemente risanato e ristrutturato, il Castello e, caso unico per queste latitudini, ben tre tratti di pista ciclabile in sede propria che, non solo attraversano la città, ma raggiungono anche la frazione balneare di Cozze. Da Cozze, seguendo la complanare della SS16, raggiungeremo rapidamente la pittoresca Polignano con le sue case arroccate a strapiombo, come in un presepe, sull’alta falesia e Monopoli, ultimo grosso centro della provincia di Bari, dove converrà fermarsi. Una sosta a Monopoli, infatti, oltre che consentirci una visita della città, può darci l’opportunità di visitare l'entroterra.

(fonte: Ciclovia Adriatica in Puglia - Ediguida 2013)

PROGRAMMA
1. GIORNO

Raggiunta Manfredonia in Treno, inizieremo da qui la nostra pedalata .
Manfredonia - Margherita di Savoia
LUNGHEZZA: 43 KM CIRCA

MARGHERITA DI SAVOIA (Fonte: Visual Puglia)
Il comune di Margherita di Savoia, una delle principali città termali della regione, si trova in provincia di Foggia nella parte del Tavoliere che degrada verso il mare, a sud del promontorio del Gargano. La cittadina è caratterizzata principalmente dalla presenza delle saline, le più grandi in Europa, che le regalano degli effetti cromatici e scenici unici. L’origine delle saline è antichissima, probabilmente risale al II secolo a.C. quando nella zona giunsero gli Illiri, provenienti dalla Dalmazia che iniziarono ad arginare l’area di evaporazione dell’acqua salata. Lo stabilimento della Regia Salina fu progettato dall’architetto Vanvitelli su quello che era il lago di Salpi. Le saline sono state dichiarate Riserva Naturale Statale nel 1977 e sono riconosciute come una zona umida di interesse internazionale dove stazionano stagionalmente specie di uccelli migratori tra cui il fenicottero rosa, l’airone bianco maggiore, il cavaliere d’Italia e il cormorano. Un tempo chiamata Saline di Barletta fu rinominata Margherita di Savoia in onore della regina d’Italia.

Pernottamento in Margherita di Savoia

2. GIORNO
Margherita di Savoia - Giovinazzo
LUNGHEZZA: 51 KM CIRCA

GIOVINAZZO (Fonte: Visual Puglia)
Il comune di Giovinazzo si estende a nord di Bari, a pochi chilometri da Molfetta. Giovinazzo racchiude nel borgo antico testimonianze del periodo medievale ed è dotato di un importante porto che ospita la locale flotta di pescherecci. La leggenda vuole che la cittadina sia stata fondata da Perseo, figlio di Giove, mentre i reperti storici consentono di datare al 102 d.C. la sua trasformazione da villaggio in centro urbano fortificato ad opera di Traiano.
Costantino il Grande dotò, invece, la cittadina di Chiese e luoghi di culto Cristiani. Sede vescovile fin dal V secolo, nel medioevo divenne un importante centro mercantile, le cui attività conobbero un continuo incremento con il susseguirsi delle dominazioni di Bizantini, Normanni e Svevi.

Pernottamento in Giovinazzo

3. GIORNO
Giovinazzo - Bari - Monopoli (Giovinazzo -  Bari , in treno)
LUNGHEZZA: 44 KM CIRCA

Pernottamento in Monopoli


Modulo n.4  (Il Parco nazionale dell'Alta Murgia)

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LIVELLO DI DIFFICOLTA': Medio
LUNGHEZZA
TOTALE MODULO: 203 KM CIRCA





PROGRAMMA

1. GIORNO
Trani -  Castel del Monte - Poggiorsini
Lunghezza: 77 KM CIRCA

L'avventura a due ruote, alla scoperta del Parco Nazionale dell'Alta Murgia parte dalla costa e più precisamente da Trani.
Raggiungeremo Castel del Monte, affascinante e mistico momumento architettonico del regno di Federico II, immerso nella selvaggia natura del Parco Nazionale.
Dopo la visita al Castello continueremo la pedalata passando davanti alla Necropoli di San Magno ( Tra il VII e il IV
sec.A.C.) per raggiungere la piccola città di Poggiorsini proprio ai piedi del Costone Murgiano.


CASTEL DEL MONTE
(fonte: Visual Puglia)
Non si può trascurare la visita a questo castello voluto e commissionato dall'imperatore Federico II e presumibilmente completato intorno al 1240. Per la sua forma e la sua funzione Castel del Monte si differenzia in modo significativo dagli altri castelli che si possono visitare in Puglia. La forma dell'ottagono sul quale è strutturato l'intero edificio, da un lato rappresenta uno schema architettonico rigoroso e dall'altro richiama aspetti (probabilmente) simbolici, che rendono la visita ancor più interessante. Non è da escludere, inoltre, che la costruzione del castello, i cui lavori di progettazione sono stati direttamente seguiti dall'imperatore, sia stata ispirata da altre costruzioni che lo stesso Federico II aveva visto durante la sesta crociata.

Pernottamento nella città di Poggiorsini: Old Farm near Castel del Monte

2. GIORNO
Poggiorsini -  Gravina in Puglia -  Altamura
Lunghezza: 74 KM CIRCA

L'itinerario prosegue visitando le città di Gravina in Puglia (con il suo affascinante centro storico e la sua "città sotterranea") e Altamura. dove nell'altrettanto bella città antica potrete visitare un antico forno e gustare il famosissimo Pane di Altamura DOP e la buonissima focaccia.


GRAVINA IN PUGLIA (Fonte: Visual Puglia)
Gravina in Puglia si trova in provincia di Bari, nella Murgia Occidentale, in un’area fortemente segnata dalla presenza di puli e gravine. Il suo territorio delimita il confine tra la Puglia e la Lucania. I numerosi ritrovamenti archeologici testimoniano che il territorio di Gravina era già abitato nel Paleolitico antico. In seguito la città fu colonizzata da greci e romani, come confermano i ritrovamenti di villaggi e necropoli. Sotto Alessandro il Molosso Gravina ottenne il riconoscimento di polis. Nel 305 a.C. divenne municipio romano, titolo mantenuto fino alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, quando passò sotto il controllo dei bizantini prima, e dei normanni poi.
Diversi i sovrani che nel corso della storia si susseguirono e ai quali si deve la costruzione di importanti edifici: tra i più significativi, la cattedrale nelle vicinanze del castello, per volere di Umfrido d’Altavilla, e la dimora di caccia voluta dall’imperatore Federico II di Svevia, che nel 1224 ne commissionò i lavori all’architetto fiorentino Fuccio, avendo scoperto la bellezza di questi luoghi ricchi di boschi e sorgenti.
Dopo la sconfitta a Benevento di Manfredi, erede di Federico, nel 1266, la città passò sotto la giurisdizione degli Angioini. A loro si deve l’istituzione nel 1294 della caratteristica Fiera di San Giorgio, oggi una delle più antiche d’Italia. Nel corso del XIII secolo giunsero i monaci, i templari ed i cavalieri Gerosolimitani, che qui vi ottenenro estesi possedimenti. Nel 1380 la cittadina fu annessa al Principato di Taranto dai dai Del Balzo Orsini, che ne mantennero il controllo sino al 1816.


ALTAMURA (Fonte : Visual Puglia)
La città di Altamura sorge nell’entroterra della provincia di Bari, quasi al confine con la Basilicata. Ritrovamenti fossili, alcuni dei quali eccezionali come l’uomo di Altamura, testimoniano la presenza dell’uomo in questo territorio già 400.000 anni prima di Cristo. Nel 500 a.C. furono edificate le mura megalitiche che diedero il nome alla città (Alte-Mura). Seguì un lungo periodo di dominazioni, cui pose fine l’arrivo di Federico II (1232) il quale diede nuovo impulso alla città dotandola di una Cattedrale e ripopolandola con genti arabe, greche ed ebree. È di quel periodo l’assetto caratteristico della città, con i “claustri”, piccole piazzette circondate da viuzze. Successivamente Altamura subì varie signorie, tra cui gli Orsini, che edificarono palazzi e conventi. Nel 1531, gli abitanti di Altamura si tassarono per pagare i 20.000 ducati necessari a riscattare la propria città dal giogo feudale. La città vide un periodo particolarmente fiorente tra il 1500 e il 1700, fino a quando nel 1748 fu istituita tra le sue mura l’Università degli studi che contribuì a diffondere gli ideali di uguaglianza e libertà promossi dalla rivoluzione francese. A causa di questo nuovo spirito, quando nel 1799 la città fu assediata e saccheggiata dall’esercito della Santa Fede, la cittadinanza diede vita a una lunga resistenza. È per questo motivo che gli storici del primo Novecento, animati ancora dallo spirito risorgimentale, diedero alla città l’appellativo di "Leonessa di Puglia". Negli anni successivi Altamura ospitò la Corte d’appello di Terra di Bari e la sede del governo provvisorio di Puglia.



Pernottamento in Altamura

3. GIORNO
Altamura - Bari (2 opzioni)

opzione n.1
Da Altamura a Bari
(in treno)
Raggiungerete  direttamente Bari in treno, giunti nel capoluogo potrete visitare la città vecchia, passeggiando per i suoi stretti vicoli o a bordo di risciò guidati da Guide Turistiche Professionali che vi racconteranno le storie che questa affascinante città di mare custodisce.

opzione n.2
Da Altamura a Bari (in treno)

Lunghezza: 52 KM CIRCA

Pedaleremo verso la città di Cassano Murge, passando attraverso la Foresta Mercadante attraversando un paesaggio stepposo affasciante con i suoi colori (specie in Primavera), con la nuda roccia affiorante dal terreno scolpita dall'acqua e dal vento che risalta di un vivo biancore, in contrasto col verde dell'erba.
La Foresta Mercadante è il polmone verde della provincia di Bari, che conserva al suo interno una fonte di acqua freschissima tutto l'anno, un miracolo per una terra sitibonda come la Murgia.
Infine arriveremo a Bari dove potremo rilassarci camminando nel centro storico e godendo dell'atmosfera frizzantina della sue viuzze, piene di locali dove passare una divertente serata.

E' possibile prenotare un' escursione off-road nel Parco, con una delle nostre mountain bike e accompagnati da una delle nostre Guide Ambientali Escursionistiche.
Oltre al noleggio della Mountain Bike, durante l'escursione, custodiremo il tuo bagaglio.
I nostri tour hanno una durata minima di 3 ore (pause incluse).


Modulo n.5  (la valle d'itria)

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LIVELLO DI DIFFICOLTA': Medio
LUNGHEZZA TOTALE MODULO: 83 KM CIRCA
(Fonte: Consorzio Terra Antica)
La Valle d'Itria, il territorio dei trulli per antonomasia, e in realtà una splendida conca carsica (a causa della natura calcarea delle rocce locali), sull'incantevole altopiano delle Murge sud-orientali, in cui si incrociano tre delle province della Puglia: Bari, Taranto e Brindisi.

Il nome "Valle d'Itria" deriva dal culto orientale dei monaci basiliani della Madonna Odegitria (ossia, colei che indica la via), protettrice dei viandanti.

Nello specifico, la storia ricorda come il medievale sito monastico di Santa Maria d'Itria o Idria sorgeva ai limiti dell'agro monopolitano (territorio di Monopoli) e, costituiva uno dei beni posseduti dai Basiliani di Casole (o del famoso cenobio di San Nicola di Casole, fondato nel 1099 dal monaco greco Giuseppe, sotto la regola di S. Basilio, in Terra d'Otranto).

Di modesta superficie, l'insediamento basiliano di S. Maria d'Idria era concentrato in una chiesa rupestre (1200), in locali adibiti a grancia ed una contigua cappella-grotta, nominata Santa Maria d'Itria, nella quale era venerata, in un affresco tardo bizantino, la Madonna Odegitria.

In questa culla si racchiudono storie e tradizioni di contadini e signori dell'antica Puglia.

La storicità di questo territorio si riscontra non solo dalla presenza di strutture create dall'uomo, ma anche dai secolari ulivi, vere e proprie sculture d'arte donate dalla natura.

Porgendo uno sguardo dall'alto della Valle, si resta incantati dal gioco di colori, il rosso della terra, il verde della rigogliosa natura e il bianco della pietra. È caratterizzata da una vegetazione rigogliosa, dominata dall'olivo, coltivato nelle antiche masserie fortificate, simboli architettonici della borghesia latifondista. Una delle caratteristiche peculiari di queste grandi distese di terra è l'immensa varietà di muretti a secco che cingono valli sempre verdeggianti e piccoli vigneti, da sempre fonte di prestigio e ricchezza per la nostra Regione.

Lungo le coste, invece, vi sono numerose tracce delle antiche civiltà messapiche, di villaggi rupestri, di castelli e, non ultimi perchè meno importanti, i sempre vivi e noti trulli.

La Valle d'Itria è ricca di spazi naturali, in cui riscoprire il piacere della tranquillità e del buon vivere. Le più note cittadine Martina Franca, Locorotondo, Cisternino e Ceglie Messapica, sono città riconosciute tra i "Borghi più belli d'Italia".

La storia ricorda come per secoli, l'economia di questo territorio si sia fondato sulla pastorizia e sull'agricoltura ruotando intorno a piccoli castelli, a masserie fortificate e a villaggi lungo le vie della transumanza importante per l'allevamento e per le attività commerciali con lo spostamento di greggi dall'Abruzzo al Salento attraverso le Murge. Quest'attività avveniva in autunno lungo antiche vie di comunicazione, dette tratturi e carrari, in occasione della quale si organizzavano nei comuni di passaggio vere e proprie fiere allo scopo di sviluppare una fitta rete di scambi proficui sia dal punto di vista economico che culturale.

Il territorio della Valle d'Itria si contraddistingue per la presenza importante dei "trulli", tipiche ed esclusive abitazioni in pietra a forma di cono; non di meno importanza, sono i numerosi vigneti da cui si ricava un vino bianco di ottima qualità, tra i quali il Locorotondo DOC, e gli oliveti dai quali si produce olio di oliva Extravergine.

La città di Alberobello (BA) è quella che ha come principale peculiarità, il più denso agglomerato di trulli, avendo un intero quartiere, coincidente con il centro storico urbano, costruito integralmente con queste strutture.

PROGRAMMA
1.GIORNO
Monopoli - Castellana Grotte - Putignano - Noci
LUNGHEZZA: 29 KM CIRCA

Le Grotte di Castellana si aprono nelle Murge sud orientali a 330 m s.l.m. sull' altopiano calcareo formatosi nel Cretaceo superiore circa novanta - cento milioni di anni fa. Il territorio di Castellana è caratterizzato da rocce calcaree composte essenzialmente da carbonato di calcio; in particolare i calcari presenti nella nostra area sono chiamati con il nome di Calcare di Altamura. Le cavità sotterranee si estendono per una lunghezza di circa 3 chilometri.

L'ingresso naturale è rappresentato da un'enorme voragine profonda sessanta metri denominata la grave, termine dialettale locale per indicare una grande voragine. Da qui è possibile raggiungere la caverna bianca. Tutto costituito da concrezioni stalattitiche e stalagmitiche e da gallerie intercalate dall'aprirsi di improvviso di caverne.

La visita al pubblico si snoda lungo uno scenario per circa 1 km. L'itinerario più lungo, richiede due ore e si sviluppa per 3 km, tra caverne e voragini a cui sono stati dati nomi mitologici o fantastici. Dalla Grave alla Grotta Nera o della Lupa Capitolina, dopo aver superato il Cavernone dei Monumenti, superato la Calza e successivamente la Caverna della Civetta, attraversato il Corridoio del Serpente, la Caverna del Precipizio ed il Piccolo Paradiso, si scorre per il lungo Corridoio del Deserto detto anche il Grand Canyon sotterraneo (di una colorazione rossiccia dovuta alla presenza in tale tratto di minerali ferrosi) si raggiunge la Caverna della Torre di Pisa, il limpido Laghetto di acqua di stillicidio, il Corridoio Rosso, la Caverna della Cupola ed infine passando dal luccicante Laghetto di Cristalli, si giunge nella Grotta Bianca, cavità luminosa e splendente.

NOCI ( Fonte: Visual Puglia)
Noci si trova a metà strada tra Bari e Taranto, sul promontorio delle Murge, tra Putignano, Alberobello e Gioia del Colle, a 420 metri sul livello del mare. Inserita nel circuito denominato comprensorio dei trulli e delle grotte, deve il suo nome ai numerosissimi alberi di noci che anticamente esistevano nella zona. Il patrimonio boschivo è indubbiamente uno degli elementi naturalistici più caratterizzanti del suo territorio. Il fragno (Quercus Troiana) ha rappresentato l’unica risorsa ambientale ed economica dei primi coloni. Nel vasto agro di Noci sono presenti numerose masserie, impreziosite da vari elementi architettonici (copertura a pignon, a trulli, mista a pignon e trulli, a forma cubica). La maggior parte di queste sono state adibite ad aziende agricole e zootecniche. Dalla vocazione zootecnica trae impulso il comparto agro-alimentare. I caseifici producono la celebre mozzarella treccina e i salumifici confezionano la famosa coppa della Murgia. Sviluppato è il polo del cioccolato. La documentazione sulle origini del centro abitato era custodita nell’archivio parrocchiale ed è andata distrutta nell’incendio del 1529. Gli studiosi fanno risalire le sue origini all’età medievale. Secondo una leggenda, Filippo d’Angiò fece edificare la prima chiesa in segno di riconoscenza, dopo essersi salvato da un uragano riparandosi sotto un albero di noci. Durante la dominazione degli Angioini diventò “Universitas Regia”. Sotto il dominio del casato Acquaviva d’Aragona fu elevata a Ducato e seguì le vicissitudini del Regno di Napoli.

Il Barsento (town of Noci),
Nell'oasi di Barsento (a 6 km), in cui sono state trovate tracce di un antico abitato messapico, unitamente ad altre che attestano la frequentazione in epoca romana del sito, la Chiesa di Barsento riveste grande importanza storico-artistica. Questa chiesetta particolarmente suggestiva, è un'antica dipendenza dell'abbazia benedettina di Banzi (PZ), e recentissimi studi, con l'ausilio dei risultati provenienti dai lavori di restauro, hanno collocato questa chiesa fra XI e XII secolo nel quadro dell'architettura medievale pugliese, caratterizzata dai tetti a spiovente a chiancarelle.

Pernottamento in Noci

2. GIORNO
Noci - Alberobello - Martina Franca
LUNGHEZZA: 23 KM CIRCA

ALBEROBELLO (Fonte: Visual Puglia)
Alberobello sorge nell’area sud-orientale della provincia di Bari, nelle vicinanze di Castellana Grotte, Locorotondo e Putignano. La sua fondazione avvenne nel XV secolo per opera degli Acquaviva - D’Aragona, conti di Conversano, in una zona occupata da una foresta di querce. Caratteristici di Alberobello sono i trulli, abitazioni costruite con pietra a secco, base imbiancata con calce viva e tetto a forma di cono costituito da pietre a vista. Alberobello è l’unico centro a conservare il nucleo storico interamente composto da trulli. Internamente i trulli presentano un vano centrale a pianta quadrata, comunicante tramite arcate con gli altri vani della casa. Molti dei trulli nel centro storico sono visitabili.
Il trullo più alto del paese, chiamato Trullo Sovrano, è a due piani e ospita un museo. I tetti conici sono spesso abbelliti con iscrizioni decorative di varia forma tracciate con latte di calce, raffiguranti simboli zodiacali o religiosi. Nel 1996 la cittadina di Alberobello è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.


MARTINA FRANCA ( Fonte: Visual Puglia)
Martina Franca, in provincia di Taranto, si trova sulle colline orientali della Murgia a uguale distanza dallo Jonio e dall’Adriatico. I trulli della Valle d’Itria che le fanno da cornice furono costruiti nelle fasi di espansione contadina fuori dal centro abitato; sono esempi della tecnica costruttiva della pietra a secco, oggi perfettamente conservati. Tutt’intorno una fertile campagna dai colori brillanti incorniciata da splendidi muretti a secco usati ancora oggi dai contadini per delimitare le coltivazioni.
Le origini della città sono relativamente recenti. Il primo insediamento sulla collina risale infatti al X secolo. Al primo nucleo si aggiunsero poi pastori locali e nomadi. Probabilmente Martina Franca fu per due secoli un avamposto militare a protezione di Taranto, almeno sino al 1300 quando fu elevata a rango di comune da Filippo I d’Angiò, principe di Taranto. Fu lo stesso principe a cedere a Pietro del Tocco la città, comprendente un castello e il territorio agricolo circostante nonché alcune abitazioni rurali. Il nome della città venne scelto in onore di San Martino, che la avrebbe protetta più volte dalle aggressioni esterne, mentre l’aggettivo “Franca” deriva dal fatto che la città ai tempi di Filippo I d’Angiò offriva ai suoi abitanti franchige sui pagamenti delle tasse.

Pernottamento in Martina Franca: Trullo!!



3. GIORNO
Martina Franca - Locorotondo - Cisternino - Ostuni
VARIANTE: Dopo Cisternino, dirigendosi verso Ostuni, deviazione verso Ceglie Messapica, con possibilità di pernottamento in Ceglie e di trasferimento diretto in treno a Lecce, il giorno successivo)

LUNGHEZZA: 31 KM CIRCA
Pernottamento in Ostuni


LOCOROTONDO (Fonte: Visual Puglia)
Il paese sorge al crocevia di tre province: Bari, alla quale appartiene, Taranto e Brindisi. È situato nella Valle d’Itria, su un altopiano a 410 metri sul livello del mare, rientrante nell’area sud-orientale delle Murge dei Trulli. La fondazione della città risalirebbe a parecchi secoli prima di Cristo, ad opera dei coloni greci. La prima fonte in cui è citato il feudo denominato Rotondo è del XII secolo. Verso la metà del ‘200, l’originario borgo crebbe gradualmente fino a diventare un vero e proprio casale, sottomesso alla giurisdizione del monastero di Santo Stefano fino al 1385. Verso la metà del ‘300, Locorotondo venne occupata, insieme ad altri casali di Santo Stefano, dal duca di Atene Gualtieri VI di Brienne, noto per il breve governo di Firenze dal 1342 al 1343.
Dalla fine del ‘300 per gran parte del ’400, Locorotondo divenne possedimento di una delle più grandi famiglie dell’epoca, i Del Balzo Orsini. Nel corso del ‘500 il paese conobbe un fermento economico, culturale e demografico. Nel 1645 la sorte di Locorotondo venne tristemente legata al collasso economico dei baroni Borrassa, costretti a vendere il feudo ai duchi Caracciolo di Martina Franca, ai quali rimase fino all’inizio dell’800. Nel 1799 Locorotondo partecipò al moto rivoluzionario che fece seguito alla proclamazione della Repubblica romana (1798) e di quella Partenopea (1799).

CISTERNINO (Fonte: Visual Puglia)
Il comune di Cisternino si affaccia sulla splendida Valle d’Itria, nota per la presenza di trulli, campi coltivati, ulivi secolari e muretti a secco. Abitato fin dai tempi del Paleolitico superiore, la fondazione di Cisternino è attributa dalla leggenda a Sturnoi, compagno di Diomede. Dopo aver partecipato alla lega messapica contro Taranto, divenne centro romano con il nome di Sturninum, probabilmente distrutto nel 216 a.C. durante le scorrerie di Annibale in Puglia. I monaci basiliani, venuti dall’Oriente nell’VIII secolo, notarono in queste contrade le rovine dell’antico centro e ad esse si riferirono quando, volendo localizzare la badia di rito greco da essi edificata proprio dove oggi sorge la chiesa matrice, la indicavano come "San Nicolò cis-Sturninum", da cui deriva il nome attuale della città.

OSTUNI (Fonte: Visual Puglia)
Importante centro culturale del Salento, Ostuni detta anche la “città bianca” sorge a otto chilometri dalla costa Adriatica, nella Murgia meridionale. Il primo insediamento è del IV-III secolo a.C. e fu edificato dai messapi. Distrutta alla fine della seconda guerra punica, la città fu ricostruita dai romani sotto cui Ostuni ebbe un florido periodo. Con la caduta dell’impero Romano arrivò un lungo periodo di dominazioni: ostrogoti, longobardi, normanni, svevi, angioni e aragonesi si susseguirono nella signoria della città senza riuscire ad assoggettarla ad un regime feudale. Dopo il 1800 Ostuni estese il suo territorio fino alle dimensioni attuali.


CEGLIE MESSAPICA  (Fonte: Visual Puglia)
Il comune di Ceglie Messapica si colloca a metà strada fra Brindisi e Taranto, vicino ai comuni di Ostuni e Martina Franca.
La sua fondazione si deve ai Messapi, in epoca pre-romana, ma la sua storia è controversa: secondo Erodoto, il fondatore fu Japige re di Creta imponendole il nome di Kailìa, mentre altri autori attribuiscono ai Pelasgi, un popolo proveniente dall’oriente, l’edificazione delle mura cittadine, chiamate Specchie. Famosa meta di pellegrinaggi nei templi di Apollo e Venere, fu capitale militare della Messapia, e combatté feroci guerre contro la vicina Taranto per ragioni commerciali e politiche. Ormai decaduta, fu assoggettata prima dai Romani, e poi, nel Medioevo, dai Longobardi, che le diedero il nome di Geglie del Gualdo. Divenuta un centro minore sotto gli spagnoli, passò attraverso il dominio di molte baronie, e per un periodo fu possedimento degli Arcivescovi di Brindisi. Ceduta al conte Sanseverino, fu ampliata nelle mura e nel castello e vennero edificati alcuni conventi e la Collegiata. Nel Risorgimento, entrata a far parte del Regno d’Italia, visse un periodo di prosperità che permise la costruzione di numerose opere e monumenti.




Modulo n.6  (Brindisi e la costa del EST DEL salento)

Immagine
LIVELLO DI DIFFICOLTA': Facile
LUNGHEZZA TOTALE MODULO:
207 KM CIRCA

L'AREA DI BRINDISI

Lasciando a nord la provincia di Bari ed entrando in quella di Brindisi, proseguendo sulla SP 90, il primo punto di interesse che incontriamo è Torre Egnatia, piccolo promontorio roccioso su cui si trova il parco archeologico di Egnatia, città e porto di notevole importanza al confi ne della Messapia e della Peucetia attraversata nel periodo romano dalla via Appia Traiana. A poca distanza, nell’entroterra, si può visitare l’insediamento rupestre di età tardo antica di Lama d’Antico.
A circa 3 Km da Torre Egnatia, sempre percorrendo la SP 90, troviamo Savelletri, borgo di pescatori e località balneare. Si prosegue lungo la costa bassa e rocciosa (circa 7 Km) fino alla piccola frazione de La Forcatella e quindi a Torre Canne, altra
stazione balneare e centro termale dove sgorgano due sorgenti fredde salso-bromo-iodiche.
Si procede fi no a Torre San Leonardo (7 Km) dove il litorale è caratterizzato da dune costiere, oggi area protetta, da qui dopo aver percorso circa 1Km lasciamo il litorale per l’entroterra dove si percorrerà una pittoresca strada interna caratterizzata dalla coltivazione degli ulivi che si snoda sulle tracce dell’antica Via Traiana, circa 10 Km, fi no ad incontrare la SS 379 che fi ancheggeremo percorrendo
le complanari, strade di servizio che si trovano sui due lati della sta- tale e che consentono di percorrere in relativa sicurezza il tratto sino a Brindisi. A circa 15 Km dall’ingresso della complanare si trova Torre Guaceto, riserva naturale statale gestita da un consorzio tra i comuni di Carovigno e Brindisi e il WWF. La Riserva si estende per circa 1.200 ha presentando un fronte marino che si sviluppa per 8 Km. Lasciandoci Torre Guaceto alle spalle, percorrendo circa 6 Km, lasciamo la complanare per dirigerci verso una strada litoranea dove il litorale è un susseguirsi di spiagge sabbiose e tratti bassi e rocciosi e dove si possono osservare i resti di alcune torri di avvistamento costiero, la più nota delle quali è Torre Testa.
Siamo praticamente arrivati a Brindisi.
Nei pressi dell’abitato di Case Bianche lasciamo la litoranea per dirigerci verso l’aeroporto ma prima di entrare in città non si può fare a meno di dare uno sguardo alla chiesa di Santa Maria del Casale, edificio del XIII secolo, che vide celebrarsi al suo interno il processo ai Templari nel Regno di Sicilia.
Visitata la città di Brindisi ci dirigiamo verso Lecce
scendendo nel profondo sud del Salento.
(fonte: Ciclovia Adriatica in Puglia - Ediguida 2013)

IL SALENTO
Una regione nella Regione è il Salento, l’area grosso modo compresa nel tacco dello stivale della Penisola che si protende verso sud-est tra due mari, lo Jonio e l’Adriatico. Il Salento è una terra popolata fi n dalla preistoria da diverse genti: Messapi, Greci,
Romani, Bizantini, Normanni. In prima approssimazione consideriamo oggi il Salento come coincidente con la provincia di Lecce, ma diversi autori considerano la questione più complessa con riferimento ad esempio alle tradizioni e alle lingue parlate. Per questa guida inoltre è considerata prevalentemente la linea costiera adriatica. Diverse aree naturalistiche come i Laghi Alimini, la riserva Le Cesine e i diversi siti del Parco della costa di Otranto-Santa Maria di Leuca e del bosco di Tricase, sono presenti sulla costa.
Altri luoghi di notevole interesse sono l’abbazia di Santa Maria di Cerrate, la città di Otranto oltre naturalmente alla città di Lecce.
Dal punto di vista ciclistico la rotta costiera è di estremo interesse paesaggistico per la costante vista sul mare. L’asperità della costa tuttavia presenta diversi saliscendi a volte impegnativi mentre per quantoriguarda il traffico vale un po’ il discorso generale dell’andamento stagionale delle presenze e della circolazione che risultano significative nella stagione turistica.
(fonte: Ciclovia Adriatica in Puglia - Ediguida 2013)


PROGRAMMA

1. GIORNO

Monopoli - Brindisi
LUNGHEZZA: 76 KM CIRCA

BRINDISI (Fonte: Visual Puglia)
Brindisi sorge nella pianura salentina, sul mar Adriatico con cui comunica per mezzo di un porto naturale che si incunea profondamente nella terraferma e la cui forma, a testa di cervo, ha determinato il nome della città. Sede regia della civiltà messapica fu sempre in contrasto con la vicina Taranto e venne conquistata nel 267 a.C. dai Romani. Connessa con la capitale dell’impero tramite la via Appia e la via Traiana (al termine ed a memoria delle quali resta oggi la Colonna Romana), fu importantissimo centro commerciale e sede episcopale dall’inizio dell’età apostolica. Conquistata dai Goti e poi controllata da Bisanzio, fu distrutta dai Longobardi nel 674 e la sua Torre del Guaceto fu sede di un campo trincerato saraceno. Successivamente, come tutte le città della regione fu assoggettata da bizantini, normanni, svevi, angioini e aragonesi. Il suo porto fu conquistato dalla repubblica marinara veneziana per poi passare sotto il regno di Napoli. Il periodo di massimo splendore fu raggiunto con l’annessione al Regno d’Italia e nel secolo successivo, per 5 mesi, tra il 1943 e il 1944, Brindisi ebbe addirittura funzione di capitale d’Italia.
Variante MODULO N.5: Valle D'itria (4 GIORNI)

2. GIORNO
Bindisi - Lecce
LUNGHEZZA: 42 KM CIRCA

LECCE ( Fonte: Visual Puglia)

Le origini della città, capoluogo di provincia, sono antichissime e spesso si mescolano alla leggenda. Sybar, il centro messapico su cui Lecce fu edificata, sembra essere antecedente alla guerra di Troia. Dopo l’avvento degli Japigi e con la conquista romana del III secolo a.C., Lecce ebbe lo status di municipium, prese il nome di Lupiae e conobbe un periodo di splendore sotto la guida dell’imperatore Marco Aurelio. Dopo una breve dominazione greca, la città fu saccheggiata dagli Ostrogoti e poi annessa nel 549 all’Impero romano d’Oriente sotto il quale rimase per 5 secoli. Fu sotto la dominazione normanna che Lecce divenne un importante centro commerciale e assunse il ruolo di capitale del Salento. Nel 1463 Lecce passò sotto il Regno di Napoli e divenne il centro culturale più vivo del Mediterraneo, dando vita a un vivace e personale stile architettonico, noto come barocco leccese. Nei secoli successivi, a protezione delle possibili incursioni turche, sotto la reggenza di Carlo V, la città venne dotata di una cinta muraria e di un castello. Fu avviata la costruzione di chiese ed edifici nobiliari, che trasformarono la città in un vero e proprio cantiere a cielo aperto. Nel 1656 Lecce venne colpita da un’epidemia di peste che terminò grazie all’intercessione miracolosa di Sant’Oronzo, che in seguito divenne patrono della città. L’espansione della città oltre la cinta muraria avvenne durante i primi anni del 1900.

Pernottamento in Lecce

3. GIORNO
Lecce - Otranto
LUNGHEZZA: 44 KM CIRCA

OTRANTO (Fonte: Visual Puglia)
Per secoli centro culturale, politico ed economico del Salento, Otranto è posizionata nel tratto di costa più orientale d'Italia, a circa 30 km da Lecce, su uno sperone roccioso a picco sul mare. Questa città, considerata fin dall'antichità un ponte naturale tra Mediterraneo ed Oriente, conserva ancora le tracce dell'incontro tra diverse culture. Ad Otranto, il Castello aragonese, le mura difensive, tutto l'aspetto del borgo medievale che appare come una fortezza, ci raccontano la storia del permanente pericolo rappresentato dai Turchi e culminato nell'assedio e nelle tragica invasione del 1480. Ecco quindi i vicoli tortuosi lastricati in pietra, le candide case ed il gioiello della Cattedrale romanica, il tutto affacciato su un mare cristallino.

Pernottamento in Torre dell'Orso
4. GIORNO
Otranto -Santa Maria di Leuca
LUNGHEZZA: 45 KM CIRCA

SANTA MARIA DI LEUCA (Fonte: Visual Puglia)
Nel territorio di Castrignano del Capo una costa alta e selvaggia caratterizza il litorale adriatico, con affascinanti scogliere a picco su un mare, che da verde e trasparente verso riva diventa blu cobalto verso il largo; più pianeggiante la costa jonica dove spiagge cosparse di macchia mediterranea si alternano a bassi promontori rocciosi. L'incontro fra i due mari avviene di fronte al Capo di Santa Maria di Leuca, il finis terrae come dicevano gli antichi, la punta estrema d'Italia da dove, nelle giornate limpide, si intravedono la Grecia e l'Albania. Le coste del comune rientrano nel Parco naturale regionale Costa Otranto - Santa Maria di Leuca - Bosco di Trifase, in corso di istituzione da parte della Regione Puglia.
Da non perdere una visita alle Grotte di Santa Maria di Leuca, facilmente raggiungibili via mare con le barche dei pescatori locali, che hanno restituito fossili di fauna pleistocenica e manufatti risalenti al Paleolitico superiore e al Neolitico. Le stesse nel Medioevo sono divenute rifugio per i monaci basiliani, come attestano le numerose iscrizioni greche e latine e le croci incise sulle rocce.

Pernottamento in Brindisi




modulO n.7 (COSTA IONICA DEL SALENTO)

Immagine
LIVELLO DI DIFFICOLTA': Facile
LUNGHEZZA TOTALE MODULO:
105 KM CIRCA

(Fonte: Visual Puglia)
La costiera Jonica è caratterizzata da spiagge larghe e un'acqua limpida che dolcemente lascia spazio alle profondità marine. Sulla costiera sorgono città come Taranto, detta la 'città dei due mari' e Pulsano dalla spiccata vocazione turistica e dall'apprezzata cucina locale.




PROGRAMMA

1. GIORNO
Lecce - Porto Cesario
LUNGHEZZA: 26 KM CIRCA

PORTO CESARIO ( Fonte: Visual Puglia)
Numerosi ritrovamenti testimoniano che il territorio dove sorge Porto Cesareo era abitato già in epoca preistorica. La dominazione romana, in cui la città era nota come Portus Sasinae, è certa ma povera di testimonianze, ad eccezione di sette colonne megalitiche di marmo verde oggi sommerse dal mare. Durante l’Alto Medioevo il porto fu lentamente abbandonato a causa dell’impaludamento della zona e delle continue incursioni dei pirati. Attorno all’anno Mille il centro riprese vita grazie all’attività di un gruppo di monaci basiliani, che qui costruirono un’abbazia utilizzata fino al XV secolo. La proprietà del feudo su cui sorgeva il portò passò dagli Orsini, agli Acquaviva, ai Nardò e il porto ebbe un periodo di crescente fortuna grazie ai commerci con la Sicilia, la Grecia e le Repubbliche marinare. A protezione dalle incursioni dei pirati, sempre nel XV secolo, fu costruita la Torre Cesarea ancora oggi ben conservata e visitabile. Le fortune di Porto Cesareo ripresero nel XVIII secolo, grazie alla creazione di una tonnara, che richiamò sul posto abitanti provenienti dalle zone limitrofe.

Pernottamento in Porto Cesario

2.GIORNO
Porto Cesario - Gallipoli
LUNGHEZZA: 29 KM CIRCA

GALLIPOLI (Fonte: Visual Puglia)
Gallipoli si trova sulla costa occidentale della penisola salentina. Si divide in due parti: il borgo, o parte nuova della città ed il centro storico costruito su di un’isola di origine calcarea e collegata alla terraferma tramite un ponte ad archi. Gallipoli fu in passato centro messapico dal nome di Anxa. In seguito occupato dai romani divenne uno scalo commerciale importantissimo nel commercio della porpora prodotta nella regione. Rimase a lungo fedele alla cultura greca conservandone abitudini, riti e dialetto: il rito latino, già affermato in tutto il Salento fin dal medioevo sostituì il rito greco a Gallipoli solo nel XVI secolo. Dopo la caduta dell’impero romano, la città fu saccheggiata dai Barbari, dai Vandali e anche dai Goti che vennero però sconfitti e scacciati dai bizantini. Ad essi seguirono le dominazioni sveva e angioina della quale si trova traccia nella ristrutturazione del vecchio castello bizantino trasformato in fortezza che sarà poi ulteriormente fortificata dagli spagnoli durante la loro dominazione. La parte antica dell’attuale Gallipoli, fortificata da mura, torri e bastioni fu oggetto di vari assedi dei quali si ricordano quello del 1484 a opera dei veneziani e quello operato dai francesi nel 1528.

Pernottamento in Gallipoli

3. GIORNO
Gallipoli -  Marina di San Giovanni
LUNGHEZZA: 24 KM CIRCA

Pernottamento in Marina di San Giovanni

4. GIORNO
Marina di San Giovanni - Santa Maria di Leuca
LUNGHEZZA: 26 KM CIRCA

Pernottamento in Santa Maria di Leuca


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